domenica 8 febbraio 2009

La fattoria degli animali.

La vicenda che ruota attorno al TAV in Valle assomiglia sempre più ad un romanzo di George Orwell. Sulla linea ad alta velocità si è tentato di tutto per far cambiare idea alla gente (o ingannarla). I proponenti l’opera hanno perfino pensato che cambiando il nome cambiasse la sostanza (TAV-TAC-Linea Moderna, ecc.). Si tira in ballo il lavoro (come se l’opera portasse sviluppo in valle) o la crisi (e quindi ci si butta in un’avventura di sperpero di denaro pubblico). Ma a questo in tutti questi anni eravamo preparati.
Quello che più sconcerta è il cambiamento di idea (camuffato da possibilismo/trattativa) che molti (amministratori e no) lasciano trasparire.
E sembra proprio di leggere il romanzo orwelliano “La fattoria degli animali”, dove pian piano, terminata la rivoluzione da parte degli animali della fattoria contro l’uomo, tutto si ristabilisce. I maiali iniziano a porsi come nuovi “uomini” sfruttatori e mistificano il passato e la realtà. Così anche da noi sembra cambiato tutto, le ragioni del NO TAV, prima condivise e ragionate, ora sembrano scomparse e utilizzate da pochi irriducibili.
Il problema è uno solo (di coerenza): non è cambiata la realtà dell’opera e dei numerosi danni che provocherebbe alla Valle e all’Italia, ma sono cambiati idee ed atteggiamenti di molti in Valle. Il problema non sono i NO TAV che si mettono di traverso, ma chi una volta stava (o faceva finta di stare) sulle stesse posizioni e oggi dice, come chi allora sponsorizzava il TAV: “Ma non si può dire sempre no”. Ebbene se una cosa è sbagliata rivendico il diritto e il dovere di dire NO. L'impatto dell'opera non è cambiato, forse è cambiata la coerenza delle persone.
E viene in mente una citazione dall’altro profetico libro di Orwell, “1984”:
"Se i fatti invece dicono il contrario, allora bisogna alterare i fatti. Così la storia si riscrive di continuo. Questa quotidiana falsificazione del passato, intrapresa e condotta dal Ministero della Verità, è necessaria alla stabilità del regime. [...] La mutabilità del passato è il dogma centrale."

3 commenti:

  1. Analisi ineccepibile come sempre.....posso solo aggiungere che la 'mutabilità del passato' è figlio della partitocrazia, ......quello che dice la direzione va bene .......e tutto diventa lecito per la 'ragion di stato'.

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  2. Molto bene Alex.
    PS: invita altre persone al blog...

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  3. Hai fatto una triste ma ahimè veritiera analisi della realtà ...vorrebbero tagliarci la testa facendoci credere di averla persa per sbadataggine

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